L'ARCHIVIO JOBBI

L’Archivio Jobbi è un’entità in continua evoluzione. Eclettico come lo è il suo proprietario e creatore. Tutte le volte che vado a trovarlo Don Nicola apre nuovi cassetti e armadi, mi annuncia il ritrovamento di nuove bobine, documenti, ogget­ti; mostra gli ultimi reperti tecnologici acquistati. O più semplicemente, con natura­lezza, mi parla di cose che credevo definitivamente assodate ma con elementi del tutto inediti, che aprono altre piste o scoprono risvolti più stratificati e complessi.

Il Fondo Jobbi, nato in seguito alla cessione, è dunque il sottoinsieme di un più complesso Archivio, costituito in buona parte da libri, oggetti della cultura mate­riale, strumentazioni tecnologiche e documenti tuttora custoditi dal proprietario.

A questi vanno poi idealmente aggiunti ulteriori materiali, contenuti in altri ar­chivi privati e raccolti da ricercatori che con Jobbi hanno strettamente collaborato, di cui sarebbe auspicabile l’acquisizione, almeno in copia, per ricomporre nel det­taglio il quadro completo del patrimonio documentale prodotto negli stessi anni e attorno alle medesime vicende, ma con sguardi e orizzonti prospettici diversi.

In basso una foto del giapponese Satoshi Miyazawa realizzata durante la campagna di ricerca del 1977 condotta con un'équipe dell'Istituto di Ricerca dei Beni Culturali Nazionali di Nara, che analizzò lo stato delle case tradizionali di Cerqueto, in particolare di quelle del rione Castello, dove effettuò rilievi, misurazioni, fotografie.